Pubblicato da: thinkingdigital | 4 settembre 2008

I “Flop” di Repubblica

Inserisco questo off-topic perchè lo ritengo doveroso e spero di ottenere i pareri di tutti i Comunicatori che si sentono coinvolti.

Sono una studentessa della Sapienza, iscritta al corso di laurea specialistica in “Editoria, comunicazione multimediale e giornalismo“. Come tale mi sento in diritto di esprimere le mie considerazioni sull’articolo di Laura Mari, «Sapienza, l’hit parade delle matricole flop a Scienze delle Comunicazioni», pubblicato su Repubblica il 2 settembre 2008 (pagina 9 sezione: ROMA).

La lettura dell’articolo mi ha notevolmente infastidita, poiché credo che contribuisca – più o meno volontariamente – a mettere in cattiva luce,  agli occhi di un Paese in cui la figura del comunicatore spesso ancora non è ben apprezzata, la professione che un giorno spero di poter esercitare.

Credo che un titolo così incisivo, come quello scelto per l’articolo, sembra riprendere quel filone “apocalittico-zambardiniano” che si è ripetutamente scagliato contro i corsi di studi di Scienze della Comunicazione, capace di generare un allarmismo talvolta eccessivo e poco fondato.

Nel suo articolo, l’autrice denuncia un basso numero di potenziali nuovi immatricolati per l’A.A. 2008/2009, ma credo che l’associazione tra la parola “Flop” e “Scienze della Comunicazione” sia stata effettuata in maniera un po’ troppo semplicistica e vista l’autorevolezza della testata su cui è stata pubblicata la notizia, ho il terrore che essa possa contribuire a peggiorare ulteriormente la reputazione della Facoltà agli occhi ingenui dei lettori. Cito testualmente dall’articolo di Laura Mari:
«Mentre ad esempio la facoltà di Architettura Ludovico Quaroni registra già 2.749 iscritti e quella di Valle Giulia ne conta 964, fino al 27 agosto il numero dei potenziali studenti dei corsi di laurea di Scienze della Comunicazione (una delle facoltà più gettonate negli anni passati da migliaia di diciottenni che aspiravano a diventare giornalisti) era di appena 287 persone. Il “flop” è imputabile forse al fatto che per iscriversi al test d’ accesso delle lauree triennali c’è tempo ancora fino all’ 8 settembre e, per i corsi di laurea specialistica, fino al 27 ottobre».

Proprio sulla base degli studi che ho effettuato, credo che ogni dato per diventare INFORMAZIONE debba essere elaborato e contestualizzato. 

Concordo con l’autrice che una delle cause possibili di un numero non esorbitante di iscritti ai test, fino ad oggi, possa essere dovuto al fatto che il termine per l’invio delle domande di ammissione è l’8 settembre. Sappiamo bene, infatti, che molti giovani tendono a rimandare sempre qualsiasi cosa fino all’ultimo giorno utile.

Ma a questo dovremmo aggiungere altri fattori contingenti:

  • Ad esempio, dovremmo tenere in conto che  il numero di atenei che ha attivato corsi in Scienze della Comunicazione negli ultimi anni è nettamente aumentato. Senza nulla togliere alla Sapienza – provenendo da un’altra Università – posso testimoniare che anche tali atenei presentano una buona offerta formativa. Ciò comporta che il numero di giovani interessati alla comunicazione è sempre più spalmato sul territorio nazionale.
  • Inoltre, prima di denunciare il calo occorrerebbe verificare anche quanto è variato il numero dei giovani diplomati quest’anno rispetto ai precedenti,  e su questo valutare quanti di loro hanno deciso di proseguire gli studi.
  • In fine, credo anche che la presenza del numero chiuso precluda il verificarsi di numeri esorbitanti, tipici delle altre facoltà.

 

Un’altra cosa che i miei studi mi hanno insegnato è che le fonti vanno verificate. Così, incuriosita dall’articolo della Mari, mi sono recata presso la Presidenza della Facoltà per chiedere delucidazioni sulla questione ed ho scoperto che, alla data di pubblicazione dell’articolo, la Facoltà ha ricevuto più di 350 domande di ammissione – contro le 287 riportate dall’autrice. Stiamo parlando ovviamente solo della laurea triennale. A questi andranno aggiunti anche i nuovi immatricolati alle lauree magistrali, sui quali ancora non si hanno numeri, dato che il termine per le domande – come riporta correttamente Laura Mari – è il 27 ottobre.

In ogni caso, per far scattare la denuncia, credo che sarebbe più opportuno basarsi sul numero effettivo di immatricolazioni, piuttosto che su stime – più o meno affidabili – delle domande di ammissione ai test.

Vorrei far notare che nell’A.A.2006/2007 si contavano 1217 immatricolati ( 703 per i corsi di laurea triennale e 514 per i corsi di laurea specialistica) e nell’A.A. 2007/2008 il numero di nuovi immatricolati è stato di 1206 giovani (576 per i corsi di laurea triennale e 630 per i corsi di laurea specialistica) con un totale di 6.699 iscritti (Fonte: Unimonitor, maggio 2008). Aggiungendo a questi ultimi, i 1200 posti potenzialmente occupabili dagli iscritti per il nuovo anno, e confrontando con gli altri dati riportati dalla stessa Laura Mari («313 aspiranti matricole a Giurisprudenza, 2.303 a Ingegneria, 11.254 e 1.856 per 1^ e 2^ facoltà di Medicina e Chirurgia, 50 per Scienze Umanistiche»),mi chiedo se siamo davvero così pochi.

Alla luce di tutto questo, spero che concorderete con me che l’associazione “Flop -Scienze della Comunicazione” sia stata leggermente avventata e un po’ troppo aggressiva.
Se il numero di aspiranti comunicatori dovesse davvero calare, credo che una della cause potrebbe essere proprio la presenza di articoli come quello in questione, che continuano ad accendere focolai attorno alla Facoltà. Non nego che mi stupisca vedere Scienze della Comunicazione ripetutamente bersaglio proprio dei giornalisti:  in fondo sono “Comunicatori” anche loro.

Una comunicatrice, digitale e fiera!


Risposte

  1. Sempre troppo facili e piene di pregiudizi le critiche a scienze della comunicazione

  2. A tutto questo aggiungiamo un altro fattore importante, almeno a mio parere.
    Quando le triennali di comunicazione erano ad accesso libero, ogni anni si immatricolavano circa 5.000 studenti.

    Cioè, chi non sapeva che fare della vita sua si iscriveva a comunicazione, senza neanche sapere di che cosa si trattasse.
    Proseguivano il corso di studi e si laureavano senza reale passione e questi sono poi gli stessi che dopo la laurea si lamentavano che con scienze della comunicazione non si trova lavoro.. :s

    Con l’accesso a numero chiuso le cose sono totalmente cambiate, in bene! ora semplicemente si iscrivono persone che vogliono intraprendere quel ramo di studi.
    Quindi perchè disprezzare? Come si dice, pochi ma buoni.

  3. Mah, ti dirò che il numero chiuso per me non è mai stato una tragedia. Alla fine i test non sono impossibili, io li ho fatti sia per la triennale che per la specialistica e sono sempre passata.
    Mi sembra giusto che in qualche modo si faccia una selezione dal momento che non ci sono abbastanza strutture per tutti. Almeno quelli veramente motivati e più meritevoli in questo modo possono andare avati.
    Il problema non è se sono giusti o meno i test, ma perchè non ci danno più strutture e insegnanti!
    Certo mi spiace per gli altri, capisco che il diritto allo studio vada garantito a tutti, ma se non ci sono i mezzi materiale per farlo trovo giusto che si faccia una selezione sul merito. E poi a parte alcuni casi di “sfiga”, trovo difficile che una persona veramente portata per la Comunicazione, non passi i test. In ogni caso l’accesso ai test è garantito a tutti. Anzi vorrei incitare coloro che si sentono intimiditi da tutte le dicerie sui test di ammissione a tentare, invece di rivolgere l’attenzione altrove. Colgo l’occasione per fare un in bocca al lupo a chi sta per sostenerli 😉

  4. Un altro articolo non corrispondente alla verità scritto da repubblica su Scienze della Comunicazione della Sapienza. (Nel titolo i capiredattori hanno scritto Scienze delle Comunicazioni).

    Il titolo enfatico è sbagliato. Si sarebbe potuto parlare di flop solo ad iscrizioni completate. Nelle altre facoltà le iscrizioni sono più numerose perchè ci saranno i test fra pochi giorni!

    Ma la stessa giornalista lo dice poi nell’articolo. Per cui si contraddice da sola.

    Prima delle vacanze estive sullo stesso quotidiano un’altra giornalista non ha saputo ricostruire correttamente la vicenda Canevacci-antropologia culturale e la nuova offerta didattica. Risultato: la Facoltà ha inviato una lettera di rettifica al direttore Ezio Mauro.

    Quindi, credo che siano loro dei pessimi giornalisti, non li chiamerei comunicatori. Come hai brillantemente dimostrato, la giornalista non ha verificato le fonti. Regola principale per svolgere questo mestiere.

    Perchè Repubblica e gli altri giornalisti ce l’hanno con SdC?
    -La prima risposta è stata data da Serena_P. I tanti laureati senza passione e talento hanno creato una pessima nomea alla Facoltà-
    -Due: hanno paura, TANTA, che i nuovi studenti di Scienze della Comunicazione che frequentano corsi a numero chiuso, li rubino il posto!

  5. E fanno bene a temerci!
    In fondo non è importante la quantità,ma la qualità, e ci sono tantissimi colleghi in Facoltà che reputo davvero in gamba!
    Meglio 1 Comunicatore appassionato e preparato che 100 “peudo-professionisti”.

  6. Ragazzi tocca a noi dimostrare che si sbagliano a sottovalutarci. Le competenze le abbiamo, gli attributi pure direi…
    …tremate, lord signori pseduo-comunicatori, tremate!!!

  7. ciao,
    anche io studentessa ORGOGLIOSA di comunicazione -alla sapienza- e laureanda triennale con tesi in semiotica applicata alla pubblicità,ma con tanto marketing dentro.
    sai,sarò una complottista ma…come sai,molti giornalisti di repubblica insegnano o hanno insegnato a SdC:assante o magistà,per esempio.che ci siano antipatie redazionali?
    e poi….300matricole..ma dai,sono decisamente poche!
    molti pensano di venire a cambiare aria qui…e si sbagliano di grosso.
    molti non apprezzano l’ampiezza dell’offerta formativa che secondo me invece va bene così com’è -anche se con qualche dovuta eccezione-
    ma io rifarei le stesse cose,identiche.
    già da 2 anni lavoro come giornalista e content manager free lance,so il mazzo che mi faccio sui libri e fuori dai libri,in una continua sperimentazione e ricerca di ciò che studio con tanta passione e interesse.
    e poi…sì,tremano,semplicemente perchè possiamo fare i giornalisti.in fin dei conti,per quanto ne so io,siamo anche gli unici a roma a fare esami di giornalismo già alla triennale.
    in ultimo,mettiamola così:flop?capirai,personalmente ne sarei quasi felice.meno richiesta,meno concorrenza di future matricole.di conseguenza,più lavoro per noi.
    consiglierei alla Dott.ssa Mari di documentarsi un pò meglio riguardo gli studenti di comunicazionE (e non comunicazionI),e magari facendo un giretto per le nostre aule,potrebbe vedere che di studenti volenterosi e capaci,anche in contrasto del filone zambardiniano (che lessi a suo tempo con interesse,ma anche con orrore per la stereotipia che emanavano persino i commenti di molta gente che parla per il puro gusto di aprir bocca e dar fiato)ce ne sono a iosa.
    ultima cosa,poi concludo:non è la facoltà a fare lo studente,ma lo studente fa la facoltà,col suo impegno.
    quante matricole scelgono medicina per pura vocazione assistenziale e non perchè “inspiegabilmente” influenzati dai numerosi sceneggiati tv (effetto di agenda setting),dai guadagni(e la vocazione?) o perchè…papà casualmente è medico?
    meditate,gente,meditate.

    un caro saluto a te e in bocca al lupo per i tuoi studi.

  8. Perfettamente d’accordo con la collega Prudenzano. Aver rappresentato per molti anni il refugium peccatorum dei diplomandi in crisi d’identità, ci ha cosparso il capo di una cenere difficile da sollevare. Solo a questo è dipeso il sovraffollamento, con tutte le sue conseguenze sulla didattica. La giornalista di “repubblica” ha parlato di un pregio come di un difetto, descritto una crescita come un flop, presentato come un dramma ciò che rappresenta la speranza per chi davvero crede di potersi occupare di comunicazione. Il mancato sovraffollamento, frutto di una selezione non classista ma di merito, è ciò che può salvare tanti bravi studenti dall’anonimato della folla che la Mari rimpiange. Non ce l’ho con lei, avrà parlato senza sapere le cose, è stata abituata così da questo giornalismo accattone, ossessionato dallo scoop, dal titolone e dal populismo. Sono stanco anche di indignarmi, altrimenti dovrei farlo ogni volta che parlano senza cognizione di causa della mia città. Ma poi penso che tanto i giornali non li legge più nessuno, e che quello è il vero flop della comunicazione. Ma forse è meglio così.

  9. Grazie Alessia, Luca e a tutti gli altri.
    E’ vero meno studenti, meno concorrenza per noi, ma anche più eccellenze, poichè i pochi iscritti sono frutto di selezione e passione.
    Concordo con Luca, i giornali non li legge più nessuno e forse PER ORA è meglio così…
    Vi segnalo che la discussione è aperta anche sul blog di Zambardino http://vittoriozambardino.repubblica.it/zetavu/2008/09/il-buco-nero-e.html#comments

  10. Come è già stato fatto notare da altri utenti, la Mari mette più volte in discussione la sua stessa affermazione:

    – Inizialmente, ammettendo che forse un più scarso numero di iscritti al test di Ammissione per Sdc alla Sapienza, può esser motivato dal termine all’ iscrizione datato 8 settembre.

    – In seguito, affermando che forse il numero chiuso ha contribuito a scoraggiare potenziali interessati.
    Cito testualmente la Mari:

    ” Ma potrebbe anche darsi che l’ introduzione del numero chiuso [… ]abbia scoraggiato molti indecisi ad iscriversi ai corsi di laurea di Scienze della Comunicazione […]. Resta il fatto che al rientro delle vacanze potrebbero essere molti i giovani che affolleranno la segreteria di una delle facoltà preferite da chi ha appena superato l’ esame di maturità”.

    Proprio a questo proposito, sono sicuramente infastidita da questo articolo in quanto studente di SCD e indignata per l’errore effettuato dalla stessa Mari (parlando di 287 iscritti, piuttosto che 350, come ha fatto notare thinkdigital) oltre che per il linguaggio inappropriato e sensazionalistico utilizzato nel titolo….

    ma non credo che dovremmo SCANDALIZZARCI e ALLARMARCI più del dovuto: se la stessa scrittrice dell’articolo non è certa delle sue stesse affermazioni e le mette in discussione apertamente nello stesso articolo…figuriamoci se non le mettono in discussione anche i lettori!!!e non parlo solo di me, studente SDC: parlo di un qualsiasi lettore (o potenziale nuovo iscritto a SDC) che legge un articolo messo in discussione un paio di volte dallo stesso giornalista…alla fine il lettore rimane col dubbio “SDC davvero non è più in linea con gli interessi professionali dei giovani, oppure lo è? Alla fine dopo l’estate gli iscritti aumenteranno? Sarà solo effetto del numero kiuso?” BOH!
    Certo l’articolo mette la facoltà in cattiva luce, soprattutto il titolo e solo il lettore attento vedrà le incoerenze dell’ articolo e non si lascerà in fondo influenzare dal senso generale dell’ articolo (“sdc è un flop”).
    Purtroppo a questo eventuale pericolo di “influenza negativa” non c’è soluzione…è possibile solo commentare il nostro disappunto e attivarsi al fine che tali articoli non ci siano più o si riducano al “minimo sindacale”.

  11. Per chiarire meglio quello ke ho detto nel precedente commento – “(bisogna) attivarsi perchè questi articoli non ci siano più” -, voglio precisare che mi riferisco non solo a noi Studenti SDC, che diffondendo le nostre opinioni in merito e la nostra esperienza di studenti e futuri professionisti possiamo sicuramente contribuire a difendere la “causa SDC”, ma soprattutto mi riferisco a quei “vertici” degli atenei e della Sapienza in particolare, a cui dovrebbe stare tanto a cuore la “causa SDC”.

  12. mmolte iniziative sono state fatte:la facoltà si “sporca le mani” con numerosi lavori e progetti, alcuni molto interessanti(vedi radio d’ateneo,la curano gli studenti di sdc, alcuni miei cnoscenti)altri che…lasciano a desiderare.
    ma è anche una questione di finanziamenti,nella quale non entro in merito fino in fondo,tanto finiremmo per dire le solite frasi fatte.
    il problema centrale è:ma perchè tanta gente “dà aria alla bocca” e si riempie di parole di cose non note?ragionare per stereotipi,fa tanto comodo?

    anche solo questo blog smentisce l’assunto che SdC sia la facoltà “dove ci vanno solo veline”
    non mi pare che abbiano scritto tali soggetti.*

    il blog di zambardino…non so se riderci,arrabbiarmi…è a tratti scandaloso per la ristrettezza di pensiero che emana. terrificante,oserei dire.vi mando il linkdella vecchia discussione di zambardino dove anche alcuni prof di SdC sapienza presero le parti degli studenti e della facoltà (e cito Assante,giornalista di repubblica guarda caso, e mallozzi,giornalista del corriere dello sport,mio prof di sociologia della comunicazione, cui non ho mai potuto esprimere la mia stima e il mio apprezzamento verso il suo lavoro e la sua disponibilità verso gli studenti.un prof,un mito!)
    http://vittoriozambardino.repubblica.it/scene_digitali/2006/07/ragazzi_miei_sc.html

  13. ah, ho dimenticato poi una cosa, in riferimento all’asterisco di prima

    *ogni tanto mi diletto a guardare il programma veline.ci ho scritto un’articolo sopra.
    mi sono meravigliata di come la maggior parte di quelle ragazze bellissime affolli le aule di giurisprudenza.
    per i maschietti sarà un piacere andare in tribunale!(e lo dico senza sarcasmo)
    ma mi sento mortificata verso le innumerevoli stdudentesse di legge accomunate a soggetti un pò…”particolari”

    ultima precisazione:non so se avete mai comprato i libri di orientamento universitario,in primis quello di repubblica.
    ecco,io me li spulcio e,dato che ho un pò il pallino della statistica,mi sono detta:
    ma chissà come mai le facoltà sempre più affollate sono economia e giurisprudenza.
    flop sdc?ben venga due volte

  14. Grazie Alessia per il contributo. Il link era già presente nel testo del mio intervento alla voce “apocalittco-zambardiniano”, ma hai fatto benissimo ad esplicitalo!
    Si, non sono una velina e non intendo diventarlo, grazie per aver sottolineano anche questo!
    E’ vero che la facoltà è coinvolta in innumerevoli progetti, e magari non tutti funzionano perfettamente, ma la critica sarebbe costruttiva se finalizzata a un miglioramento delle cose, piuttosto che ad un semplice screditare chi ci lavora e ci crede veramente. E vi assucuro che la dentro c’è tanta gente che ci CREDE e ci prova a migliorare le cose. Due nomi: Adriano Perri per l’amministarione e Alberto Marinelli per il corpo docente. Chiedo rispetto per noi tutti e per persone come loro.

  15. ciao Sonia, io sono “il colpevole” che ha fatto copia/incolla di una parte dell’articolo su
    http://forum.studenti.it/forum-universita/710590-sapienza-num-immatricolazioni.html

    Non ho capito perchè dovrei spiegare la mia posizione: non ho espresso nessuna posizione 🙂

  16. Ciao Hamlet,
    ho visto che hai ripotato sopratutto le parti relative a SdC, quindi volevo capire se volevi mandare un messaggio di allerta, o altro.
    Magari lo hai fatto solo per diffondere l’informazione, questo lo sai tu. Nessun problema, solo curiosità. Buon week.
    Sonia

  17. Credo che a monte di quest’episodio ci sia un’altra questione, che attiene al ruolo che “Repubblica” e le altre testate del gruppo “L’Espresso” si sono attribuite. L’idea, molto oligarchica, se non reazionaria, che la “Repubblica” pretenda di avere voce in capitolo su ogni aspetto della vita della società italiana: che si tratti del nome del candidato premier del centrosinistra, delle ricette per “salvare” l’Alitalia, delle candidature per le elezioni del rettore della Sapienza, fino alle centrali eoliche si può dire che non c’è praticamente un solo argomento sulle quali “Repubblica” non abbia in tasca una sua verità da ammannire ai suoi lettori come “vox populi vox dei”. Personalmente mi sono da tempo stufato di questa ingombrante balia asciutta che dovrebbe platonianamente erudirmi alla verità. E che invece continua a prendere fischi per fiaschi confondendo il mondo reale con l’immagine del mondo che circola in certi salotti radical chic.


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